Casa Devilla

Casa Devilla

Casa Devilla è uno degli esempi più rappresentativi di architettura residenziale storica di Aritzo. Situata nel cuore del centro storico, la dimora conserva ancora oggi il nucleo originario di impianto spagnolo, risalente con ogni probabilità al XVII secolo, nonostante le numerose modifiche e ampliamenti che l’hanno interessata nel corso del tempo.

La sua struttura attuale è il risultato di diverse fasi costruttive, ma l’identità architettonica complessiva è rimasta intatta, rendendo l’edificio un importante documento del passato sociale ed economico del paese.

L’ingresso principale, realizzato in muratura nel 1889, si presenta maestoso e introduce il visitatore in un cortile interno di forma trapezoidale, progettato in modo da accentuare l’effetto scenico. L’organizzazione prospettica dello spazio e la ricchezza architettonica dell’intero complesso non sono casuali: riflettono infatti il prestigio della famiglia Devilla, esponenti della borghesia agraria e professionale che per oltre un secolo rivestì un ruolo di primo piano nella comunità aritzese. A partire dal XIX secolo, i Devilla furono gli appaltatori dell’industria della neve, un’attività strategica per l’economia locale dell’epoca, che fruttò loro il soprannome di “Signori della neve”. Con la fine di questo settore, agli inizi del XX secolo, si concluse anche una fase storica fondamentale per il paese.

L’edificio si sviluppa su tre livelli principali. La parte più antica, posta alla sinistra dell’ingresso, conserva ancora oggi le caratteristiche tipiche delle case di montagna del Gennargentu, sia nella distribuzione degli spazi sia nell’uso dei materiali locali. Di particolare pregio è il sistema di mensole in legno intagliato che un tempo sostenevano una balconata aperta in legno, oggi sostituita da un portico al piano terra e da un corridoio chiuso al piano superiore. Questi elementi decorativi testimoniano la cura artigianale e il gusto estetico che connotavano le residenze gentilizie di quell’epoca.

Il cortile, pavimentato con ciottoli in pietra locale, è delimitato su tre lati da un portico con arcate aperte che conducono a diversi ambienti posti a quote differenti, secondo un’impostazione che riflette la morfologia del terreno e l’adattamento funzionale degli spazi domestici. Al suo interno, si consumò un episodio drammatico della storia aritzese: qui, nel 1838, fu assassinato il poeta vernacolare Bachis Sulis, una figura importante per la cultura locale.

Ulteriori dettagli arricchiscono il valore storico della dimora. Si segnalano, ad esempio, i cassettoni veneziani utilizzati per la conservazione delle derrate alimentari, presenti addirittura nelle cantine: un segno inequivocabile della raffinatezza e della solidità economica della famiglia Devilla, e testimonianza tangibile dell'antica vocazione nobiliare dell’edificio.

Casa Devilla è oggi un bene architettonico di grande valore culturale. Non solo conserva elementi materiali di pregio, ma racconta anche una lunga e complessa stratificazione storica, fatta di tradizioni familiari, trasformazioni economiche e vicende umane che hanno segnato profondamente la storia di Aritzo.